Vasco Rossi in un'intervista a Repubblica parla della sua malattia e di quando nel settembre 2012 il batterio killer dello streptococco che aveva
aggredito il suo miocardio stava per ucciderlo. Il Blasco racconta la difficile esperienza a pochi
giorni dalla ripresa del suo tour, che partirà il 9 giugno da Torino e che ha già registrato il sold
out in tutte le date.
"L'11 settembre dello scorso anno ho avuto la terza ricaduta, ho dovuto
fermarmi, è stata pesantissima ma ora tutto è superato" dice il rocker "Sono stato di nuovo in
terapia intensiva, attaccato alle flebo, ho perso conoscenza per tre giorni, poi venti giorni di
cure e la riabilitazione".
Vasco spiega poi quanto sia andato vicino alla morte: "Questo
streptococco vive normalmente sulla pelle ma quando trova una ferita o un'infiammazione entra in
circolo e se ti trova con le difese immunitarie basse, comincia a distruggere tutto sino a farti
fuori in un mese".
"Negli ultimi tempi ero stanco di tutto, le dimissioni da rockstar erano
figlie di questo sentimento" dice ancora il musicista "In realtà volevo decostruire, volevo tornare
al Vasco Rossi che scrive le canzoni, abbandonare il ruolo della rockstar, che è fatto di gesti e
modi di essere, di luci. Volevo tornare ad essere il cantautore che sono. Ho pensato anche al
suicidio. Ma non ho visto la luce nella fede, mi ha aiutato l'affetto della mia famiglia, dei fan,
mi è stato di conforto Internet".
E poche ore fa, per sottolineare ulteriormente quanto
questa dura esperienza sia da considerarsi come una brutta faccenda del passato, e che ormai guardi
al futuro con ancora maggior forza di prima, Vasco ha postato sul suo profilo Facebook una frase di
Nietzsche: “Ciò che non mi uccide mi rende più forte”.