Allattamento a richiesta o ad orario? Due modelli a confronto

Autore : Lucia Nardelli


Ascoltare le richieste del proprio bambino o allattare seguendo rigidamente l’orario stabilito?
Questa domanda attanaglia ogni neo mamma e non è facile stabIlire quale sia la decisione più saggia da prendere.
Vediamo più nel dettaglio  cosa determina per la mamma e il bambino allattare in entrambi i modi e, senza alcun giudizio, cerchiamo di fare delle riflessioni.


L’ allattamento a richiesta
implica che ogni volta che il bambino piange venga attaccato al seno e questo vale sia per il neonato che per il bambino più grande.
I sostenitori di questa teoria partono dal presupposto che  offrire il seno al bambino è quasi sempre la risposta giusta al suo pianto.
Se poi non dovesse avere fame, il bambino continuerebbe a piangere e smaniare e ci farebbe capire che non vuole essere allattato.

Sostengono inoltre che più il seno non viene più stimolato più la quantità di  latte si riduce … Sarebbe un vero peccato che questo si verificasse per un capriccio della mamma!
Alla critica che con l’allattamento a richiesta il bambino corre il rischio di mangiare troppo, o di ingolfarsi, i sostenitori rispondono che i bambini sono in grado di autoregolarsi ( nel flusso e nella discesa del latte) e popperanno più o meno spesso a seconda del loro appetito.
I contrari all’allattamento a richiesta sostengono che con questa tecnica si risponde in un unico modo (offrire il seno) a differenti bisogni.
Se un neonato piange non significa per forza che abbia fame ma anche che abbia sonno, voglia di coccole o sia infastidito da piccoli malesseri (come colichette o lo spuntare dei dentini).
Mettere un tappo in bocca al piccolo che piange senza distinguere I suoi bisogni non favorisce una buona relazione con il bambino.


Da una parte un bambino che viene allattato in continuazione e mangia poco ogni volta; dall’altra un bambino che viene allattato ogni 2-3 ore e mangia ad ogni pasto tutto quello di cui ha bisogno .
Entrambi i comportamenti sono giusti per il bambino, ma io credo fortemente che il tema allattamento non possa non riguardare anche la mamma.
Quante cose può fare una mamma nelle 2 ore in cui non deve allattare?

E’ vero che più si attacca il bambino al seno e più la quantità di latte aumenta, ma è vero anche che la mamma deve essere rilassata e serena altrimenti il latte diminuisce drasticamente.


Forse per alcune madri l’esigenza di avere del “tempo libero” tra una popppata e l’altra non è una necessità, ma per altre sì e visto che non tolgono niente al bambino assecondando questo bisogno, non è il caso di demonizzare questo comportamento.

Tenniamo presente che nelle prime settimane i bambini hanno bisogno di poppare dalle 10 alle 12 volte al giorno e sono molte le neomamme cadute in depressione post partum perchè allattavano i loro piccoli anche 15-20 volte al giorno con dolori atroci al seno a causa di ragadi e ingorghi mammari.

Se è possibile scegliere tra I due tipi di allattamento è giusto che  la madre abbia la possibilità di farlo.
Si possono anche sperimentare entrambi gli allattamenti  e vedere da quale dei due si ricavano i maggiori benefici, ma poi  è importante continuare solo e sempre con uno.

Fonte: DONNESI


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